Marsala, stupro di gruppo: assolta… la vittima

Redazione
0

Assolta dopo tre anni di calvario giudiziario e personale: è C.V. vittima di uno stupro di gruppo avvenuto a Marsala nella notte tra 29-30 agosto del 2021 all’interno dell’Antico Mercato.
La ragazza si trovava in vacanza a Marsala, la sera del 29 agosto 2021 usciva con un amico recandosi all’Antico Mercato dove concludevano la serata consumando alcol.
Circa alle 3:30 di notte uscivano dal locale e non essendo motorizzati, il proprietario del locale si offriva per dar loro un passaggio ma, giunta sotto casa e in preda ai fumi dell’alcol, la ragazza si rendeva conto di non avere con sé la borsa e con l’amico T.A., immortalati dalle telecamere, ripercorrevano il tragitto e giungendo all’entrata dell’Antico Mercato, trovavano il cancello chiuso. Il ragazzo provava a far desistere dall’intento di scavalcare il cancello rassicurando la ragazza, e nel tentativo di cercare aiuto a casa dei genitori della vittima per recuperare le chiavi di casa, la lasciava sola per 27 minuti.
Ed è a questo punto, mentre ancora la ragazza cercava di aprire il cancello che riteneva essere aperto, che si sente strattonare da dietro con forza da due ragazzi extracomunitari che le tiravano giù i pantaloni, le strappavano la maglia per spogliarla, la obbligavano a mettersi in posizione di preghiera con le mani dietro la schiena; uno dei due la afferrava per i capelli, tirava giù la cerniera dei propri pantaloni e iniziava la violenza di un rapporto orale non consensuale seguito con la stessa prassi anche dall’altro extracomunitario.
La vittima, in preda alla paura e bloccata dalla violenza altrui, ha chiuso gli occhi ed ha atteso immobile che qualcuno ponesse fine a quegli interminabili atti violenti.
I due riuscivano a scappare solo perché iniziava a squillare il telefono della vittima e perché vedevano accendersi le luci della finestra aperta di un appartamento vicino.
In lacrime, pietrificata e in preda alla paura, la vittima non sapeva riferire da che parte fossero scappati, se avessero eiaculato e/o altro; tuttavia, giungeva in ambulanza presso il nosocomio marsalese ma, dopo le prime cure, non le veniva effettuato un tampone, e non veniva attivato il Codice Antiviolenza.
Sotto shock, la ragazza veniva dimessa.
Di cinque telecamere, due funzionanti di via Garibaldi confermavano il percorso fatto dai ragazzi, la tempistica, il fatto che l’amico si era allontanato per cercare aiuto ed era ritornato, ma nello spiazzale dell’Antico Mercato dove si è consumata la violenza, non vi erano telecamere funzionanti e per la Procura il racconto della ragazza non era verosimile finendo imputata per il delitto di cui all'art. 367 c.p. (simulazione di reato), nonostante la ragazza soffra tuttora di un disturbo post-traumatico a seguito dell’avvenuto con gravi problemi di insonnia e assunzione di psicofarmaci, fatti certificati da uno dei periti che ha escluso profili di doppia personalità.

Durante il corso dell'udienza del 6 dicembre 2024, ha dato lettura del dispositivo di sentenza il giudice dott.ssa Giuseppina Montericcio assolvendo con formula ampia C.V. perché il fatto non sussiste.

Ne aveva chiesto l’assoluzione anche il Pubblico Ministero Ignazia Uttoveggio che, nel ripercorrere i fatti, ha ricordato che sebbene la vittima all’epoca dei fatti era in preda ai fumi dell’alcool, la sua deposizione in aula è stata drammatica, da quel giorno la sua vita è stata stravolta, ha vissuto da allora uno stato ansioso-depressivo, afferma il Pubblico Ministero, confermato anche da altri testi, essendo stata visitata anche da uno psicoterapeuta.
Secondo il Pubblico Ministero, il fatto che i due extracomunitari non fossero stati ripresi dalle telecamere, non è sufficiente a smentire il racconto della vittima e se leggiamo ciò che ha dichiarato ai sanitari del Pronto Soccorso, a mio parere –sostiene il P.M.- emerge l’assoluta attendibilità, ed effettivamente la vittima presentava lesioni al ginocchio, lesioni ai polsi e arrossamenti, traumi all’interno del cavo orale nella zona frontale. Non si vede, continua il Pubblico Ministero, cosa avrebbe potuto spingere la vittima a inventarsi tutto quello che ha subìto quella sera, finire a processo e vivere, secondo le prove che abbiamo assunto, tutto quello che ha vissuto finora.
Per tali ragioni, il Pubblico Ministero ha chiesto l’assoluzione della vittima/imputata.

Ha chiesto senso di diritto, verità e giustizia, il legale difensore della propria assistita, avv. Marinella Oliva, penalista del Foro di Bologna: una ragazza giovane che non solo non ha ricevuto risposte dalla giustizia in merito a un fatto subìto, vile e violento che ha dovuto e sta ancora sopportando ed elaborando –dice l’avv. Oliva- ma si è trovata a dover vestire il faticoso ruolo dell’imputata. La vittima di violenza già fatica ad affrontare il processo come persona offesa, e lo sappiamo bene noi tutti che esercitiamo questa funzione, circostanza che diventa ancor più difficile nel doverlo sopportare contemporaneamente nella doppia veste di vittima e imputata. La mia assistita oggi non lavora, ha lasciato gli studi, non riesce a uscire di casa se non accompagnata da qualcuno, la sua vita è cambiata e merita oggi delle risposte.
Le risultanze probatorie, i testi esaminati in aula, dove si formano prova e giudizio, a parer dell’avv. Oliva, non hanno avuto alcun riscontro; avrebbero scarsa attendibilità gli elementi di prova a carico emersi nel corso dell’istruttoria dibattimentale.
Prima di indagare una ragazza per simulazione di reato, dobbiamo avere certezza e contezza di quello che si sta dichiarando perché non abbiamo le prove del contrario ma si sta accusando questa ragazza di aver falsamente denunciato fatti mai avvenuti. Ma sulla base di che cosa – si chiede l’avv. Oliva che pone l’accento anche sul fatto che la vittima non ha sporto denuncia querela e quindi si immagini la volontà di questa ragazza di voler provocare o ingenerare danno ad altri e finanche alla Procura alla quale peraltro si era rivolta per chiedere aiuto, non per intralciare il buon funzionamento e il loro lavoro.
Sul cancello dell’Antico Mercato che sarebbe stato chiuso e gli extracomunitari non avrebbero avuto via d’uscita, l’avvocato Oliva ricorda che dalle deposizioni di T.A. si evince che nell’Antico Mercato ci sono tre entrate e che lo stesso, ritornando sul luogo dell’accaduto, si era accorto che sulla via Garibaldi transitava un uomo di colore che portava a mano una bicicletta, fatti riferiti durante il corso delle sommarie informazioni e in aula, e l’uomo di colore, vicino all’orario in cui la vittima ha subìto violenza, veniva immortalato con la bicicletta in un video acquisito agli atti.
Per l’avv. Oliva ci sono le prove dell’innocenza di C.V. e non quelle che supportano il capo di imputazione, e credo sia giunto il momento di riportare nella vita di questa ragazza serenità e dignità, aveva concluso l’avvocato durante il corso dell'arringa chiedendone l’assoluzione perché il fatto non sussiste.

Non mi aspettavo che il Pubblico Ministero chiedesse l'assoluzione della mia assistita ma ci ho creduto e sperato fino alla fine, questo è segno che verità e giustizia trionfano sempre -dichiara l'avv. Oliva ai nostri microfoni.
L’istruttoria dibattimentale aveva escluso, in modo chiaro e incontrovertibile, la responsabilità in capo alla V.C., chiedere la condanna sarebbe stato oltremodo punitivo per la mia assistita.

La sua assistita non ha sporto alcuna querela. Come reputa il fatto che la vittima sia stata indagata e rinviata a giudizio dalla stessa Procura cui aveva chiesto aiuto?

Credo, e lo sostengo dal primo momento in cui ho assunto la difesa, che questo procedimento non doveva neppure essere iscritto.
Non vi erano i presupposti poiché carenti tutti gli elementi oggettivi e soggettivi, che consentivano la configurazione del reato contestato.
La mia assistita andava protetta non perseguita!
Invece abbiamo assistito al classico rovescio della medaglia e da vittima è divenuta per l’ufficio di Procura una carnefice!

Il nosocomio marsalese, dopo le prime cure prestate alla sua assistita, non ha effettuato alcun tampone/test e non ha attivato il Codice Antiviolenza. Come se lo spiega?

È un argomento affrontato nel corso della mia discussione.
Io credo che in casi di violenza, l’espletamento degli accertamenti clinici strumentali quali il tampone del cavo orale con prelievo di materiale biologico avrebbe consentito il rintracciamento del DNA degli stupratori.
Oltre che favorito e assicurato efficaci percorsi dedicati a coordinare e mettere in rete le diverse istituzioni e competenze, per fornire così una risposta efficace già dall'arrivo della vittima al Pronto Soccorso.
Le linee guida per le aziende sanitarie e ospedaliere, in tema di soccorso e assistenze delle donne che subiscono violenza, sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale e non lasciano spazio a interpretazioni.
Sono definite a livello nazionale e stabiliscono un percorso specifico da seguire che non è stato adottato nel caso di specie.

Dopo il doppio percorso doloroso che l'ha vista prima vittima e poi imputata, qual è l'augurio che sente di rivolgere alla sua assistita?

Oggi per la mia assistita si è concluso un periodo di sofferenza indicibile e ciò che le auguro in questo momento è di riuscire a riprendere in mano la propria vita, provando a ricostruirsi e rinforzare la sicurezza, la libertà e la fiducia in se stessa e che fatti come questi non accadano più.
Perché ogni giorno, troppe donne subiscono violenza. Non solo fisica, ma anche emotiva, psicologica ed economica.
A loro dobbiamo dare risposte di protezione e tutela.
La risposta più significativa l’ha resa il giudice oggi, la dott.ssa Giuseppina Montericcio assolvendo con formula ampia la mia assistita, ha dato prova con il suo immenso spessore professionale, che la Giustizia arriva sempre e non bisogna mai smettere di crederci e lottare per la stessa!
Infatti il commento, in lacrime, di V.C. è stato: “Grazie, allora la giustizia esiste”.

©Riproduzione riservata

Fonte: https://www.telesudweb.it/07-12-2024/marsala-stupro-di-gruppo-assolta-la-vittima?

Posta un commento

0Commenti

Posta un commento (0)