Petrosino ancora scenario di atti di vandalismo e criminalità

Redazione
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Prosegue il processo per i quattro imputati petrosileni che li vede protagonisti, in concorso tra di loro, di vari reati.

Il giudice Annalisa Amato, all'esito dell'udienza preliminare, rinviava a giudizio:

- B.T. difeso di fiducia dall'avvocato Pietro Marino del Foro di Marsala
S.P.M. difeso di fiducia dall'avvocato Ignazia Rallo del Foro di Marsala
B.G. difeso di fiducia dall'avvocato Giacomo Frazzitta del Foro di Marsala
R.A. difeso di fiducia dall'avvocato Aurelio Lombardo del Foro di Marsala

Si è costituito parte civile C.A. difeso di fiducia dall'avvocato Antonino Zichittella del Foro di Marsala.

Gli imputati, residenti nelle case popolari di via Vincenzo Gioberti in Petrosino, in concorso tra di loro, aggredivano verbalmente C.A. minacciandolo pronunciando frasi come figlio di putt*, sei corn* e tua madre è tro*, ti puliziamo, ti levamo di nnu mezzo.
Gli stessi, dopo aver sfondato la porta di ingresso dell'abitazione della vittima, vi si introducevano contro la sua volontà, commettendo violenza sulle cose.
Altresì rendevano inservibile l'autovettura di C.A. infrangendone il parabrezza con una grossa pietra e dandola alle fiamme.

Durante il corso dell'udienza che è stata celebrata ieri 18 settembre nell'aula B del Tribunale di Marsala, ha reso testimonianza la moglie della vittima C.A.
La donna, madre di un ragazzo disabile affetto da autismo, racconta che i quattro, a bordo di motocross, infastidivano il vicinato per il forte rumore emesso dai motori.
Venivano ripresi dal marito ma la situazione non si placava, anzi, a detta della donna, suscitò la loro ira e per dispetto accelerarono ancora più forte. Spazientito, C.A. lanciò dal balcone della loro abitazione un vaso con una piantina senza però colpire nessuno.
I quattro, prosegue il dettagliato racconto la donna, pronunciavano le frasi sopra citate, sfondata la porta di ingresso dell'abitazione della vittima, vi si introducevano contro la sua volontà, commettendo violenza sulle cose. Facevano poi il giro della palazzina dove era posteggiata la loro auto, asserisce la donna, infrangevano il parabrezza con una grossa pietra e la davano alle fiamme.
Chiamati Carabinieri e Polizia, questi si recavano immediatamente sul luogo rilevando i danni.
Conferma quanto asserito sopra, l'appuntato Signorino, il quale anch'egli ha reso testimonianza in aula.

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