Assolto il medico palermitano Giuseppe Leone perché non c'è prova che abbia commesso il fatto.
A dare lettura del dispositivo di sentenza è stata la giudice Giuseppina Montericcio nel corso dell'udienza che è stata celebrata il 6 settembre nell'aula A del Tribunale di Marsala.
I fatti risalgono tra il dicembre 2014 e aprile 2015 quando, secondo l’accusa, il medico ortopedico palermitano dell’ASP Giuseppe Leone, in servizio nel Distretto Sanitario di Marsala, e il collaboratore mazarese del negozio Orthotecnica di Marsala Francesco Amato, venivano allora indagati dalla Procura di Marsala con l’accusa di truffa in danno danni all'ASP.
Secondo la pubblica accusa in giudizio, rappresentata dal Pubblico Ministero Raimonda Albertini, tra il dicembre 2014 e l'aprile 2015, i due avrebbero agito in concorso per far rimborsare dall'ASP al negozio di materiale ortopedico -convenzionato con il Servizio sanitario nazionale procurando a Francesco Amato e al figlio Luciano un ingiusto profitto- oltre 22 mila euro per protesi, tutori, plantari, calzature, carrozzine che sarebbero stati prescritti dal medico Giuseppe Leone senza avere effettuato visite specialistiche ai pazienti, né collaudi, ma solo su semplice indicazione degli Amato che avrebbero anche fornito una minore quantità di prodotti o di minor valore rispetto a quelli prescritti.
Come si legge nell’avviso conclusione indagini preliminari, avrebbero agito con artifizi e raggiri consistiti nel formare, per i clienti di tale esercizio commerciale, le seguenti prescrizioni, complete di diagnosi, e i successivi eventuali collaudi.
Per la Procura non avveniva alcuna visita specialistica né alcun collaudo da parte del medico e le prescrizioni erano redatte da quest’ultimo sulla base delle mere indicazioni degli Amato.
Parte dei pazienti afferma di non conoscere il dottor Leone e di non essere mai stato sottoposto a visita, afferma il Pubblico Ministero durante il corso della requisitoria.
È emerso che la prescrizione dei presidi ortopedici da parte dell'odierno imputato, continua, è avvenuta senza procedere di fatto preliminarmente alla visita del paziente, o meglio, visita eseguita solo sulla carta, visita che è volta a verificare quali siano le condizioni del paziente per indicare il presidio più consono e che era suggerito dall'Amato Francesco con le indicazioni dei codici di riferimento, e che di fatto gestiva l'Orthotecnica di Marsala il cui titolare era il figlio Luciano.
Per tali ragioni, la richiesta di condanna avanzata da parte del Pubblico Ministero è stata alla pena di anni due di reclusione.
Di diverso avviso l'avvocato Gianluca Calafiore del Foro di Palermo che ha assistito il dott. Giuseppe Leone.
Dopo ben cinque anni di accuse, la Procura deve avere prove certe, asserisce l'avv. Calafiore.
Non si è raggiunta la soglia del penalmente rilevabile, continua l'avv. Calafiore nel corso della sua appassionata arringa, e lo dimostra il fatto che non abbiamo nessuna parte civile costituita, nè ASP, nè alcun ospedale. Non c'è una continuità del disegno criminoso perchè non c'è un disegno criminoso. Non spetta al mio assistito accertare l'invalidità di un paziente ma a una commissione di cinque medici, il collaudo non è obbligatorio ed è l'Ente a emettere l'ordine di pagamento. Il mio assistito ha agito conformemente nel pieno rispetto delle regole, pertanto -conclude- ne chiedo l'assoluzione".
Rosalba Pipitone
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