Salvatore Baiardo, la pronuncia del Tribunale

Redazione
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Gli erano stati concessi i domiciliari per due ipotesi di calunnia contestate dalla Procura di Firenze nei confronti del giornalista Massimo Giletti di cui era stato più volte ospite del programma televisivo Non è L'Arena.Focus delle indagini una presunta foto degli anni Novanta che ritrarrebbe Silvio Berlusconi insieme a Giuseppe Graviano -legato a Cosa Nostra-, e all'ex Generale dei Carabinieri Francesco Delfino di cui Salvatore Baiardo (profeticamente aveva anche previsto l'imminente arresto di Matteo Messina Denaro) avrebbe mostrato la foto Giletti, negando poi ai Pubblici Ministeri  fiorentini di esserne in possesso accusando Giletti di aver detto una bugia.
La Procura aveva chiesto la misura cautelare per Baiardo anche per favoreggiamento nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri nell'ambito degli approfondimenti investigativi sui mandanti esterni delle stragi del 1993, ma la richiesta avanzata veniva respinta dal G.i.p.
Per i supremi giudici “o ha mentito Baiardo o ha mentito Giletti” e “nessuno adduce un eventuale interesse del giornalista che potesse razionalmente giustificare una sua menzogna”.
I giudici escludevano un interesse di Giletti a mentire, ma l'ipotetica menzogna di Baiardo potrebbe essere  tesa a favorire i vertici del sodalizio mafioso, su vicende riguardanti “un interesse primario di tutti gli aderenti ad esso, quale è l'ammorbidimento del cosiddetto carcere duro”.
Secondo il Pubblico Ministero, Baiardo "avrebbe agito con l'intento di agevolare detta organizzazione criminale, interessata a delegittimare chi accusa e a non accreditare l'esistenza di accuse nei confronti di Silvio Berlusconi e Marcello dell'Utri, legati all'organizzazione criminale e parti dell'accordo stragista, funzionale allo scambio tra il compimento dei delitti citati e interventi sulla legislazione afferente, fra l'altro, al regime detentivo applicato ai detenuti per mafia (così si legge nell'incolpazione provvisoria, n.d.A.)”.
Ne discende che il movente e lo scopo di tali calunnie non possa individuarsi che nell'interesse di Cosa nostra a preservare e mantenere in vita i legami con le forze politiche con cui sarebbe intervenuto il 'patto stragista', al fine di realizzare l'obiettivo perseguito attraverso di esso, ovvero interventi normativi che allentino il regime detentivo di rigore per i mafiosi”.
Tuttavia, sottolineano i giudici, Baiardo riferiva dell’esistenza di quella fotografia anche anche al giornalista di Report Paolo Mondani, “che ha pure registrato il loro colloquio, fornendone la traccia audio agli inquirenti”.
Il secondo caso di ipotesi di calunnia, è per aver indicato in televisione senza citarlo direttamente, il sindaco di Cesara Gian Carlo Ricca come uomo vicino ai boss di Brancaccio e custode di loro capitali.
Per questa vicenda, l'ordinanza sulle misure cautelari era stata annullata con rinvio in attesa che il Tribunale del Riesame si esprimesse sulla calunnia verso Ricca.
E arriva il pronunciamento del Tribunale: i giudici hanno chiesto la detenzione in carcere, avvalorando la posizione dei Pubblici Ministeri Lorenzo Gestri, Luca Tescaroli, Luca Turco della Procura di Firenze.
Baiardo verrebbe arrestato qualora il carcere venisse confermato, salvo l'impugnazione della decisione in Cassazione da parte del suo legale difensore Carlo Taormina.

Rosalba Pipitone

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