(VIDEO) Castelvetrano, al nosocomio sottovalutarono i sintomi e paziente morì di infarto acuto

Redazione
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Il Tribunale di Marsala condanna l'imputata E. C. per omicidio colposo alla pena di anni 1 e mesi 8 di reclusione (pena sospesa) oltre al pagamento delle spese processuali.
L'imputata è stata condannata anche al risarcimento dei danni subiti dalle parti civili costituite, ossia S.A.M, M.G, M.M, M.R., M.M, M.G.E. al pagamento di una provvisionale di 20mila euro per la moglie e i tre figli, e10mila euro per la sorella.
Sono stati condannati al pagamento della provvisionale in solido sia l'imputata che il responsabile civile ASP di Trapani, oltre alla condanna delle spese del giudizio.
I fatti risalgono alla giornata del 9 giugno 2018, quando la vittima S.M. un agricoltore di Campobello di Mazara, si recava al nosocomio di Castelvetrano per dei forti dolori al petto e alle spalle.
Secondo l’accusa, il medico di turno al pronto soccorso di Castelvetrano non si accorse della gravità delle condizioni dell’uomo.
Il paziente veniva visitato da un primo infermiere il quale disse che non era nulla di grave; interveniva poi il medico che, secondo l’accusa, avrebbe agito con «negligenza, imprudenza e imperizia».
La dott.ssa E.C. in particolare, non avrebbe indagato a sufficienza per formulare una corretta diagnosi, effettuando poi «un’errata scelta sul piano clinico-terapeutico» prescrivendo un antidolorifico (Toradol, n.d.A.), «oscurando - secondo l’accusa - il sintomo principale del paziente, ovvero il dolore, e rendendo, in tal modo, meno agevole l’accertamento della reale patologia».
In serata, l’agricoltore moriva per infarto acuto.
Le parti civili sono state assistite dall'avvocato Lilla Giovanna Lo Sciuto che a fine udienza abbiamo ascoltato ai nostri microfoni:


Rosalba Pipitone

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