Secondo la Pubblica Accusa in giudizio, gli allora indagati avrebbero agito in concorso per fare ottenere rimborsi al negozio di materiale ortopedico, procurando, i due, un ingiusto profitto e rimborsi dall’ASP per oltre € 22.000,00 per protesi, tutori, plantari, carrozzine, e che sarebbero stati prescritti dal dott. Leone senza alcuna visita specialistica nè alcun collaudo da parte del medico, e le prescrizioni erano redatte da quest’ultimo sulla base delle mere indicazioni di Amato.
Nell’udienza che si è celebrata oggi giovedi 18 luglio 2024 nell’aula C davanti il Tribunale di Marsala in composizione monocratica dott.ssa Giuseppina Montericcio, ha reso testimonianza il luogotenente Colucci il quale in relazione all’attività espletata di intercettazioni ambientali ed osservazioni, l’esito, a carattere generale per i nominativi presenti nel capo d’imputazione, le prescrizioni venivano fatte in assenza del soggetto.
Venivano, altresì, prescritti presidi più costosi rispetto ai presidi previsti dal Servizio Sanitario nazionale.
La maggior parte dei pazienti non prenotava al CUP ma se ne occupava direttamente la Orthotecnica con una gestione che Colucci ha definito “FREE”.
Non veniva trovata la documentazione presso l’INAM ma dal punto di vista formale risultava tutto trasparente e solo grazie alle intercettazioni tutto ciò è venuto alla luce.
Il collaboratore del negozio Orthotecnica Francesco Amato a suo tempo ha patteggiato la pena assumendosi così le sue responsabilità per i fatti contestatigli.
L’imputato dott. Giuseppe Leone è assistito dall’Avv. Gianluca Calafiore.
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